Ungulati e aree protette, Pieroni (PD): “Rafforzare interventi per la sicurezza dei cittadini e delle colture”
Presentata una mozione che impegna la Giunta ad incrementare gli interventi previsti dalla Legge obiettivo ed accelerare gli indennizzi
“Dall’entrata in vigore, ad inizio 2016, della legge obiettivo per il contenimento degli ungulati, si registrano risultati positivi ma non ancora sufficienti. Continuiamo a ricevere, infatti, molte segnalazioni di danni provocati dagli ungulati nelle aree protette: danni alle colture e, molto più pericoloso, l’attraversamento degli animali su strade che sono in prossimità di riserve naturali, che costituiscono oltre il 15% del territorio regionale, come ad esempio la provinciale 51 vicino alla riserva di Santa Luce. Ho deciso dunque di portare nuovamente all’attenzione della giunta regionale questa che possiamo definire una vera e propria emergenza, affinché di intervenga velocemente e con azioni mirate per ridurne il più possibile gli effetti”. Così il consigliere regionale Andrea Pieroni, illustrando la mozione di cui è promotore.
In particolare nell’atto, sottoscritto anche da diversi altri consiglieri regionali, si impegna la giunta regionale a: rafforzare e velocizzare gli interventi di controllo all’interno delle singole aree protette, secondo quanto disposto dalla legge obiettivo, valutando, a tal fine, qualora siano stati applicati senza successo metodi di prelievo alternativi, anche l’utilizzo della braccata per quanto concerne la specie cinghiale, in condizioni di tempo e luogo che escludano significativi impatti su altre specie selvatiche; accelerare, per quanto possibile, l’erogazione degli indennizzi per i danni arrecati alle colture agricole dalla fauna selvatica alle aziende ricadenti all’interno del sistema regionale delle Riserve Naturali.
“In sintesi – prosegue Pieroni – chiediamo che siano intensificati gli interventi di controllo previsti dalla legge obiettivo all’interno delle aree protette e che si valuti la possibilità di utilizzare la braccata per il cinghiale quando necessario, ovvero quando gli altri metodi non abbiano portato risultati, così da raggiungere realmente l’obiettivo di ridurre la popolazione di ungulati presenti nel territorio. Contemporaneamente, è importante dare un segnale di vicinanza agli agricoltori che hanno subito danni alla colture nei terreni compresi nel sistema regionale delle riserve naturali accelerando l’erogazione degli indennizzi”.