Cooperative sociali, il protocollo d’intesa sia esteso a tutto il territorio
Mozione approvata in consiglio che impegna la giunta toscana a diffondere i contenuti di un’intesa siglata recentemente con il terzo settore
“Rafforzare tutte quelle iniziative istituzionali volte alla conoscenza da parte degli enti locali dei benefici derivanti dalla possibilità di dedicare la riserva di un determinato valore economico sugli appalti da assegnare alla cooperazione sociale di tipo B, analogamente a quanto previsto dalla Regione Toscana con un protocollo di intesa, al fine di assegnare alla cooperazione sociale un ruolo sempre più importante nell’attuale modello di welfare”.
« E’ questo l’obiettivo e l’impegno da affidare alla giunta toscana alla base di una mozione da me sottoscritta. Le cosiddette cooperative di tipo B sono considerate, anche da una legge dello Stato, uno strumento privilegiato per favorire l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, come, ad esempio, ex tossicodipendenti, ex alcolisti, ex detenuti, malati psichici, portatori di handicap, e contribuire ad una piena integrazione sociale delle persone in difficoltà. Accade che, pur in presenza di uno sforzo da parte delle amministrazioni pubbliche di “favorire” questo tipo di soggetto economico, siamo in presenza di un quadro normativo incerto, che costituisce una limitazione per quelle istituzioni che vogliono far ricorso alle cooperative di tipo B.
Recentemente, con la legge di riforma nazionale, il Parlamento ha conferito al Governo il compito di procedere ad una revisione organica della disciplina, anche al fine di fare chiarezza sugli aspetti dell’affidamento di contratti pubblici ai soggetti operanti nel terzo settore. Un recente decreto legislativo sancisce che, in materia di affidamento di appalti pubblici, il principio di economicità può essere subordinato, entro certi limiti, ai criteri previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali e prevede che le stazioni appaltanti possano pretendere, nei capitolati di gara, condizioni particolari per lo svolgimento dei contratti ispirate ad esigenze sociali. La Regione Toscana si è dotata da anni di una normativa tesa a valorizzare il ruolo della cooperazione sociale e recentemente ha siglato un Protocollo d’intesa con ESTAR, Federsolidarietà – Confcooperative Toscana, Legacoopsociali – Legacoop Toscana e Associazione Generale Cooperative Italiane (A.G.C.I.) Toscana per promuovere i rapporti tra le istituzioni pubbliche e la cooperazione sociale di tipo B. Un protocollo – spiega ancora Pieroni – che contiene una serie di impegni ed obiettivi che riguardano gli appalti e le concessioni. Ora, si tratta di far conoscere questo lavoro – conclude Pieroni – e per questo, credo che sia opportuno attivarsi nei confronti delle amministrazioni pubbliche presenti nel territorio regionale affinché vengano promossi i rapporti tra queste, le parti sociali e le cooperazione sociale di tipo B».