Aeroporti toscani: no polemiche, si dimostri con i fatti la centralità di Pisa
Si dimostri con i fatti che lo scalo di Pisa continuerà ad essere il pilastro del sistema aeroportuale toscano visto che un corposo incremento dei numeri si può avere solo potenziando ulteriormente il Galilei. Finita la pandemia, che sta provando pesantemente l’economia aeroportuale, Toscana Aeroporti dovrà farsi trovare pronta per essere uno dei principali motori della ripresa!
Ecco perché l’amministratore delegato di Toscana Aeroporti Roberto Naldi non dovrebbe polemizzare impropriamente con la città di Pisa e con le istituzioni rappresentative della comunità. Dovrebbe, piuttosto, interrogarsi e farsi carico delle preoccupazioni scaturite nel recente dibattito in consiglio comunale. Compito della società non è quello di fare contraddittorio politico, non è il suo ruolo, bensì quello di rendere chiari e fattibili gli obbiettivi dell’azienda sullo sviluppo dello scalo pisano, a partire dal nuovo terminal – annunciato fin dal 2015 – e di far conoscere quanto prima l’aggiornamento del Master plan, che lo stesso manager ha annunciato.
La Regione Toscana ha disposto una sovvenzione, fino a 10 milioni di euro, per sostenere Toscana Aeroporti in un contesto in cui la pandemia ha determinato il crollo del traffico aereo. La Società ha ottenuto da Sace (società di Cassa depositi e prestiti) 85 milioni di euro come dotazione di liquidità garantita, che dovranno essere velocemente impegnati per gli investimenti di sviluppo a cui sono destinati, in particolare per il nuovo terminal dell’aeroporto di Pisa.
D’altro canto il Consiglio Regionale ha approvato un ordine del giorno, proposto dal gruppo PD, col quale si vincola il contributo concesso alla tutela del personale di terra nei due scali ed alla continuità dei servizi attualmente in essere, coinvolgendo le organizzazioni sindacali sul futuro dei lavoratori per tutelare al massimo gli attuali livelli occupazionali.
Il crollo dei voli e del traffico passeggeri ha coinvolto anche il vasto indotto delle aziende che ruotano intorno alle attività aeroportuali, come ad esempio le società di noleggio auto e di gestione dei parcheggi, oggi messe in ginocchio dalla crisi scatenata dalla pandemia: l’indotto svolge un ruolo fondamentale e deve fare anch’esso i conti con il drammatico crollo dei ricavi, con i livelli occupazionali che anche qui rischiano di essere messi a repentaglio. Anche queste attività dovranno poter accedere ai ristori previsti per altri comparti.