Discarica La Grillaia: mantenere impegno politico
Non voglio girarci intorno, se riaprisse la discarica di Chianni per ricevere nuovi rifiuti sarebbe una sconfitta politica!
Nel gennaio 2014, ho sottoscritto, come Presidente della Provincia di Pisa, insieme alla Regione Toscana ed ai comuni di Chianni, Terricciola e Lajatico, un protocollo d’intesa che prevedeva la chiusura e messa in sicurezza della discarica evitando ulteriori conferimenti di rifiuti.
Era un atto politico, vero, ma per me quella firma rappresenta ancora oggi l’obiettivo da raggiungere.
Una discarica, quella della Grillaia, chiusa ormai da 22 anni, oggetto di feroci polemiche, di dispute politiche, amministrative e giudiziarie, oltreché di scontri anche fisici.
Da allora ad oggi si sono susseguiti incontri e riunioni, tavoli tecnici e politici, tra i comuni interessati e la Regione. Si sono scandagliate più ipotesi, dalla possibile pubblicizzazione del sito, al subentro di soggetti pubblici che operano nel settore dei rifiuti, offrendo così maggiori garanzie alle comunità interessate.
Ho condiviso con i sindaci di Chianni, Terricciola e Lajatico l’impegno a trovare una soluzione che fosse coerente con gli impegni sottoscritti e continuerò a farlo fino a che uno spiraglio continuerà ad esserci.
Inutile negare che il quadro, già complesso, si è fatto ancor più difficile, alla luce della delibera della Giunta Regionale del 25 maggio scorso, con la quale si è dato parere favorevole al progetto presentato dalla Nuova Servizi Ambiente, quale soggetto gestore, per conferire 270.000 metri cubi di rifiuti, avendo ottenuto il placet degli enti intervenuti nella conferenza dei servizi, ivi incluso l’ufficio tecnico del comune di Chianni.
Credo che debba essere la politica a trovare una via di uscita, per scongiurare una soluzione che rischia di farci tornare agli scontri del 1998.
Fino a che non ci sarà l’autorizzazione ad avviare il progetto c’è ancora uno spazio utile da percorrere.
È impensabile che si possano imporre soluzioni invise alle amministrazioni ed alle comunità locali.
È impensabile riaprire ferite e lacerazioni in un’area che negli anni ha investito con forza su produzioni di qualità, in modo particolare vinicole, sulla valorizzazione turistica di un territorio di indubbio fascino e bellezza. Un territorio, quello della Valdera che può ancora attrarre, come ha già fatto, ingenti investimenti di primarie aziende nazionali.
Insomma, in un contesto così ostile ed avverso, nessun privato potrebbe realizzare alcun progetto.
Spetta alla politica, provare a dare il colpo di reni e mettersi in sintonia con gli umori e le aspirazioni di un territorio.
Io farò la mia parte.
Leggi la mia intervista sul quotidiano La Nazione