Coronavirus, non compriamo online se non necessario, salviamo i negozi
In questi giorni è comprensibile rivolgersi ai servizi online, diventati di importanza strategica per evitare di uscire rischiando di contrarre o diffondere il virus. E soprattutto quando non si può fare a meno di alcuni oggetti, per lavoro o per necessità particolari, sono un utile strumento. Dobbiamo però tenere di conto che ci sono attività che vivono di rapporto diretto con il cliente, “al bancone” per intendersi, e non hanno gli strumenti adatti per fronteggiare la concorrenza dei grandi mercati e-commerce che si trovano in rete.
Certo, si può discutere di molti aspetti, dall’adattarsi ai tempi che corrono fino al dover accettare i basilari processi di mercato, ma dobbiamo impegnarci a vedere ciò che anima le cose e non le fredde regole del sistema. E in un negozio tradizionale si vedono passione, amore per ciò che si fa, la voglia di rendere felice il cliente, il lavoro che mantiene intere famiglie. Negli ultimi anni, complice anche la crisi economico-finanziaria, aprire una saracinesca è diventata una sfida giornaliera. Quante volte chiedendo agli esercenti “come va?” mi sono sentito rispondere “vado avanti, ma aprire la saracinesca sta diventando una sfida sempre più ardua”.
La situazione creatasi con il coronavirus potrebbe proiettare molte realtà del commercio al dettaglio verso un punto di non ritorno. Io sono convinto che il piccolo contributo di ognuno di noi possa essere importante, ad esempio cercando di non acquistare tramite i grandi colossi online ciò che non ci è strettamente utile, oppure evitare di fare venire a casa maestranze abusive (tra l’altro pericoloso per la salute) come ad esempio per la cura di barba, capelli o generalmente di estetica. Se vogliamo acquistare il libro appena uscito aspettiamo che riapra la libreria finito il periodo di prevenzione, così come per il capo di abbigliamento e per tutti quegli articoli di non immediata necessità che potrete trovare in negozio.
Certo, in questi giorni può darci consolazione acquistare qualcosa che desideriamo, ma pensiamo anche che alla fine di questa situazione potremmo non avere più il nostro negozio di fiducia.
Sempre muovendosi strettamente per reali necessità e seguendo con rigore le regole igienico-sanitarie, riscopriamo il negozio alimentare, la pizzicheria o gastronomia vicino a casa, per non ingolfare troppo i supermercati. In questi negozi è facile trovare gli ottimi prodotti locali che il nostro territorio sa dare, dando così un contributo anche alle aziende territoriali che li producono.
In questi anni la Regione Toscana ha incentivato con risorse economiche i centri commerciali naturali. Come Consigliere regionale mi impegnerò per rappresentare le difficoltà degli operatori economici di ogni ordine e grado, ma cercherò anche di dare il mio contributo di consumatore responsabile.