IL CONGRESSO REGIONALE, UN OCCASIONE QUASI PERSA

Per come si stanno mettendo le cose, il prossimo congresso regionale rischia di essere una occasione persa! E’ incredibile come non ci si renda conto che il PD sta barcollando sull’orlo di un precipizio, che può portarci diretti ad un altro bagno di sangue elettorale, l’ennesimo! Gli appelli all’unità mi paiono velleitari, patetici o fuorvianti, specie se provenienti da chi ha passato l’estate tra cene, caminetti e incontri ristretti per blindare il congresso, avendo peraltro accuratamente evitato di dar vita ad un confronto serio ed approfondito sulle cause delle molteplici e pesantissime sconfitte elettorali subite dal PD anche nella “rossa” Toscana.

Quale unità vera può nascere se chi la invoca si esercita esclusivamente nel mettere in campo candidati di parte a ripetizione? Se l’unità si vuol raggiungere davvero – ma l’unità del partito non di una maggioranza – si fermi la macchina congressuale, si chiuda la “fabbrica dei candidati”, si lavori insieme, tutti, alla definizione di un nuovo profilo politico/programmatico del PD toscano per affrontare le prossime scadenze elettorali (europee, comunali, regionali).

Insomma, si faccia quel lavoro che, colpevolmente, chi ha guidato il partito finora non ha inteso fare. Ai toscani nulla importa delle diatribe tra “renziani ortodossi” e “renziani delusi”. Importano ancor meno, anzi, infastidiscono ancora di più, gli accordicchi alla base di possibili ticket tra esponenti delle due fazioni.

Il PD appartiene ad una comunità molto più ampia, anche a persone che, deluse ed arrabbiate, non ci votano più. E’ poi certo che la parte che, più di altre, ha determinato “il problema” non può certo ergersi più di tanto, e da sola, ad artefice della “soluzione”. Un po’ più di autocritica, di senso del limite e di umiltà non guasterebbero!

Condivido quanto afferma il collega Antonio Mazzeo: “Non dobbiamo affrontare questa fase congressuale partendo dai nomi. E’ profondamente sbagliato”.

Bene! Si passi dalle parole ai fatti.

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