Toscana Aeroporti, esternalizzazioni, subito confronto tra la Regione e gli enti coinvolti
«Le preoccupazioni suscitate dall’annuncio di Toscana Aeroporti circa l’esternalizzazione dei servizi a terra che coinvolgerebbe circa 800 dipendenti, di cui più di 500 operanti nello scalo pisano sono più che comprensibili. Inevitabile e giustificato l’allarme dei sindacati. Un allarme alimentato anche dalla mancanza di informazioni preventive nei confronti degli enti pubblici territoriali, come segnalato dal sindaco e dal presidente della Provincia di Pisa, così come dalla Regione Toscana. Un atteggiamento di dubbio rispetto istituzionale».
«L’annuncio – spiega Pieroni – si somma alla delicata vicenda Ryanair, seconda base italiana dopo Orio al Serio, operatore che “produce” il 60% dei circa 5 milioni di passeggeri che utilizzano lo scalo pisano. E’ vero, esiste una direttiva europea, la 96/67 del 15 ottobre 1996, relativa al mercato dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti. Com’è vero che tale direttiva è stata recepita con decreto legislativo n. 18/1999 e vale per gli aeroporti che abbiano un traffico superiore ai 2 milioni di passeggeri. Questa direttiva, quindi, merita di essere valutata con attenzione rispetto alla sua cogenza e soprattutto, se inderogabile, ha bisogno di un’attuazione graduale e prudente, comunque preceduta da momenti di confronto e di discussione che vedano al medesimo tavolo azienda, enti pubblici territoriali e sindacati.
Dall’entrata in vigore della direttiva ad oggi – ricorda Pieroni – sono passati diversi anni. Toscana Aeroporti è un soggetto privato, certo, ma essendo gli aeroporti uno snodo ultrasensibile in materia di sicurezza, processi di esternalizzazione dovrebbero essere attuati con estrema cautela. Peraltro, soddisfatti delle ottime performance economiche della società, (la semestrale 2017 segnala un utile netto di 3,6 milioni di euro in aumento del 21,6%) dobbiamo anche rilevare che tali risultati sono il frutto dell’impegno e della professionalità dei dipendenti e delle strutture aziendali.
Inoltre, le norme europee prescrivono che “il numero dei prestatori non può essere inferiore a due per ciascuna categoria di servizi”, e ciò potrebbe sfociare in una concorrenza spietata che, se non gestita o lasciata esclusivamente alle dinamiche del mercato, potrebbe compromettere la qualità del lavoro ed i livelli salariali degli 800 dipendenti. Tali preoccupazioni – aggiunge Pieroni – si estendono anche all’attuazione del Master Plan sulla realizzazione del sistema aeroportuale toscano integrato, che prevede, per lo scalo pisano ,il raggiungimento dei 7 milioni di passeggeri, obiettivo raggiungibile se si realizza, tra l’altro, anche la nuova aerostazione passeggeri, investimento da 43 milioni di euro cui deve provvedere Toscana Aeroporti. In questo contesto e con queste preoccupazioni – conclude il consigliere regionale – credo sia necessario che, in testa la Regione, si apra un confronto approfondito su tutte le questioni in campo, non escludendo alcuna soluzione utile a far sì che il sistema aeroportuale toscano possa continuare a crescere con le modalità a suo tempo fissato nel Piano strategico avallato da ENAC e coerente con il Piano Nazionale degli Aeroporti, salvaguardando sviluppo, sicurezza e qualità del lavoro dei dipendenti».