Elezioni Sicilia, ultima chiamata per il PD?
“La sconfitta elettorale in Sicilia e’ netta e pesante, non tanto e non solo per il risultato, in buona parte atteso e previsto, quanto per l’irrilevanza e la marginalità politica cui il PD è confinato in una regione da 5 milioni di abitanti. E soprattutto, perché i risultati siciliani aprono scenari preoccupanti in vista delle elezioni politiche del prossimo marzo. Liquidare tutto ancora una volta banalizzando e semplificando, pensando che la Sicilia non faccia testo, più che irresponsabile sarebbe colpevole. Anche perché il dato siciliano si aggiunge ad altre pesantissime sconfitte in città grandi e piccole, in comuni urbani e in aree rurali, dal nord al sud dell’Italia. Per tacere della sberla subita nel referendum costituzionale. Dunque, le elezioni politiche prossime rischiano davvero di essere l’ultima chiamata per il PD! Perché ciò non accada dobbiamo rivedere un po’ di cose. Intanto dobbiamo imparare a riflettere sulle sconfitte, comprendere gli errori, decifrare il messaggio che gli elettori intendono inviarci. Ancor prima di pensare alle alleanze, dobbiamo riannodare i legami con le espressioni organizzate della società: il modello del capo che parla col popolo è sbagliato e fuorviante. La disintermediazione praticata a lungo dal nostro segretario non è in linea con le migliori tradizioni politiche che hanno fondato il PD appena 10 anni fa. Ilvo Diamanti oggi si è spinto oltre, parlando del PD come “non più partito di massa”! Dobbiamo archiviare modi e prassi segnate da presunzione, arroganza, autorefenzialita’ o vocazione maggioritaria che dir si voglia. Dobbiamo riaprire canali di ascolto e dialogo con i nostri potenziali alleati, in una logica di pari dignità, e non con l’intento ancillare. Dobbiamo ripristinare meccanismi che favoriscano l’emergere delle migliori esperienze e competenze, rinunciando alla cooptazione che produce alla lunga depauperamento di energie e sterilità. Dobbiamo far prevalere l’interesse comune alle aspirazioni individuali. Dobbiamo essere leali e fedeli al nostro mandato di forza ancorata saldamente al centrosinistra, rinunciando a tentazioni innaturali di accordi con pezzi del campo avverso. Insomma, di lavoro da fare ne abbiamo molto e il tempo è poco. E’ il tempo degli uomini e delle donne di buona volontà”