La famiglia al centro della società per la crescita del territorio
Aiuti non solo economici alle donne che lavorano e agevolazioni per chi sceglie di sposarsi o acquistare casa sul territorio regionale. Poi, certo, c’è la necessità di creare lavoro non solo per gli under 25, ma anche per chi ha superato i 30 e dalla sua ha già esperienza e competenza. Sono alcune delle proposte di Andrea Pieroni, candidato al consiglio regionale della Toscana per
il Pd, che mette la famiglia tra le cose delle quali occuparsi subito. “Perché – spiega Pieroni – la famiglia deve avere un ruolo centrale nello sviluppo della società e del territorio. Lo ha avuto finora, facendo, in pratica, da ammortizzatore sociale, con le pensioni dei nonni che garantivano la sussistenza a tre generazioni e i genitori che si tenevano i figli grandi in
casa, magari con la loro nuova famiglia. Questo ha garantito al territorio di sopravvivere finora e per questo, alla famiglia, deve essere riconosciuto valore, anche con una gratificazione economica. Il benessere di questo nucleo della società ci deve stare a cuore in quanto politici e amministratori, perché un territorio che sta bene è felice, produce e cresce. In questo senso la
Regione e i Comuni hanno fatto molto, penso ai contributi per l’affitto che spingono i giovani a uscire di casa o ai progetti Giovani sì, per esempio. Credo anche, però, che molto si possa fare sia per creare occasioni di lavoro, vera croce di questo periodo, sia per mettere le donne che vogliono figli in condizione di lavorare e per garantire alle giovani famiglie una casa. Ci sono molte cose concrete che si possono fare, anche grazie al meraviglioso e fondamentale aiuto del volontariato. Se chiedi a una donna che lavora e ha figli cosa le serve, probabilmente ti risponderà: un po’ di aiuto. Ecco, una rete di mamme, nonne, amiche è un’idea facile da realizzare, già sperimentata altrove, come pure lo sarebbe una sorta di albo garantito dalla Regione, che suggerisca persone fidate alle mamme e ai papà. Incentivi per le coppie che si sposano e si stabilizzano sul territorio potrebbe essere un’altra idea sulla strada di quella che io chiamo la Toscana dei giovani, una regione e una provincia che i ragazzi non devono lasciare, ma che sia capace di diventare terra fertile per coltivare il futuro”.